Entriamo nel merito del rapporto tra musica e realtà. Un interessante argomento riguarda la loro "compatibilità". Ci riferiamo in questo caso all'aspetto estetico del comporre (oppure, dal punto di vista del regista o del montatore, di "applicare") musica per l'immagine.
Il film e la fiction, per loro stessa natura, raccontano delle storie. Per quanto queste possano essere veritiere, o siano addirittura ricostruzioni più o meno fedeli di eventi realmente accaduti, la narrazione e il coinvolgimento emotivo dello spettatore sono incentrati su vicende che "rappresentano" la realtà, sono soggetti, e poi sceneggiature, trasposti sullo schermo.
La funzione della musica in questo contesto è ugualmente narrativa, pur nella infinità di interpretazioni che si possono dare a questo termine. La musica accompagna la storia, ne costituisce riferimento espressivo, ne enfatizza i momenti più significativi, aggiunge o toglie ritmo alla narrazione, diventa elemento costitutivo e (quasi) indispensabile.
Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento "musica per film" troverà ottimi saggi, anche in italiano, di Sergio Miceli (Musica per film, Ricordi-LIM, Milano-Lucca 2009), di T.W. Adorno - H. Eisler (La musica per film, Newton Compton, Roma 1975) e di altri studiosi molto più autorevoli di me.
Nella seconda pare del post faremo il confronto con la "realtà" della musica nel cinema documentario.
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