Certi di sollevare un polverone, vogliamo pubblicare un appello che 600 autori ed editori hanno sottoscritto a luglio per chiedere maggior tutela del diritto d'autore in rete.
Spiegherò il titolo nel prossimo post, intanto aspetto i vostri commenti...
1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non deve essere remunerato?
2. Perché coloro che criticano il provvedimento Agcom non criticano anzitutto il furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una forma di censura?
3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro degli altri?
4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai gratis, ed ingiusto pagare i contenuti? E perché non ci si chiede cosa sarebbe la rete senza i contenuti?
5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni, chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri, avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?
6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro, per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?
7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di contenuti e utenti?
8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà? Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a disposizione?
9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e sul futuro?
10.Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “ figli di un Dio minore”?
mercoledì 23 novembre 2011
Economia del dono e popoli primitivi (prima parte)
martedì 15 novembre 2011
Tavole canoniche (prima parte)
Che cos'è un canone in musica? Un canone è una forma di imitazione per cui un tema viene ripetuto da una seconda voce, detta "conseguente" (ed eventualmente da una terza, da una quarta e così via...) in un tempo successivo alla prima, detta "antecedente". La ripetizione deve iniziare mentre la prima voce ancora esegue il tema.
Un classico esempio è la nota canzone popolare "Fra Martino".
L'imitazione canonica può avvenire in quattro combinazioni "base": retto, inverso, retrogrado, inverso del retrogrado.
Possiamo sintetizzare graficamente le quattro tecniche con:
b - retto: il conseguente è identico all'antecedente
p - inverso: il conseguente inverte gli intervalli rispetto all'antecedente (se l'antecedente sale di un tono il conseguente scende di un tono)
d - retrogrado: il conseguente esegue l'antecedente partendo dall'ultima nota fino alla prima
q - inverso del retrogrado: il conseguente esegue l'antecedente partendo dall'ultima nota fino alla prima invertendone gli intervalli.
Oltre a queste combinazioni base esistono numerose varianti, relative alla durata delle note (canoni per aumentazione o per diminuzione), alla loro altezza (canoni traspositori), oltre a modalità particolari come canoni perpetui, a spirale ed enigmatici.
In un prossimo post entreremo più nel dettaglio della tecnica del canone.
Un classico esempio è la nota canzone popolare "Fra Martino".
L'imitazione canonica può avvenire in quattro combinazioni "base": retto, inverso, retrogrado, inverso del retrogrado.
Possiamo sintetizzare graficamente le quattro tecniche con:
b - p - d - q
come potete vedere, graficamente queste lettere rispecchiano il meccanismo spiegato qui sotto:b - retto: il conseguente è identico all'antecedente
p - inverso: il conseguente inverte gli intervalli rispetto all'antecedente (se l'antecedente sale di un tono il conseguente scende di un tono)
d - retrogrado: il conseguente esegue l'antecedente partendo dall'ultima nota fino alla prima
q - inverso del retrogrado: il conseguente esegue l'antecedente partendo dall'ultima nota fino alla prima invertendone gli intervalli.
Oltre a queste combinazioni base esistono numerose varianti, relative alla durata delle note (canoni per aumentazione o per diminuzione), alla loro altezza (canoni traspositori), oltre a modalità particolari come canoni perpetui, a spirale ed enigmatici.
Il canone e le forme musicali da esso generate (ricercare, fuga) hanno vissuto un periodo di incredibile diffusione e sviluppo durante il periodo che va dal XV al XVII secolo, e i compositori fiamminghi scrissero meravigliose composizioni canoniche fino a 32 voci.
Come avete ascoltato nell'esempio precedente, Bach fu un maestro assoluto dell'arte canonica, e i suoi più grandi lavori (Offerta musicale, Variazioni Goldberg, Arte della Fuga e altri innumerevoli esempi) furono composti in gran parte con questa tecnica.In un prossimo post entreremo più nel dettaglio della tecnica del canone.
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Offerta Musicale
venerdì 4 novembre 2011
Italia - Resto del Mondo
Qualcuno tra i lettori con i capelli grigi ricorderà le leggendarie partite di calcio, per lo più amichevoli, dal titolo epico e dal fascino irresistibile: Italia - Resto del Mondo oppure Italia - Resto d'Europa, in cui pareva che la supremazia del football internazionale si giocasse in un'unica, irripetibile occasione in cui si radunava nell'ettaro scarso del terreno verde il gotha mondiale o europeo dell'arte pallonara...
Il titolo di questo post deriva da quelle esaltanti serate, e dal confronto del clima musicale in Italia e nel Resto del Mondo. A questo proposito tutt'altro che esaltanti sono le considerazioni che scaturiscono dalla lettura di un sito molto interessante che vi invito a visitare: Film Music Magazine.
Il sito, in lingua inglese, tratta di musica per l'immagine (nel senso più ampio possibile) e riporta interviste, news e, cosa che ha attirato la mia curiosità, "FILM and TV MUSIC JOB LISTING", una lista di proposte di lavoro in cui si richiedono compositori di musica per film (di medio budget), per libri per bambini, per show televisivi, fino alla richiesta di musiche per library di PM (Production Music).
Il Resto del Mondo ha sete di musica, e il compositore, magari giovane e alle prime esperienze, ha modo di testare la propria abilità misurandosi con piccole e medie produzioni che gli danno una possibilità, uno spazio creativo con un compenso sacrosantemente riconosciuto.
E l'Italia? Che prospettive ha il giovane compositore che si affaccia sul mondo musicale italiano, magari della musica per l'immagine?
Il titolo di questo post deriva da quelle esaltanti serate, e dal confronto del clima musicale in Italia e nel Resto del Mondo. A questo proposito tutt'altro che esaltanti sono le considerazioni che scaturiscono dalla lettura di un sito molto interessante che vi invito a visitare: Film Music Magazine.
Il sito, in lingua inglese, tratta di musica per l'immagine (nel senso più ampio possibile) e riporta interviste, news e, cosa che ha attirato la mia curiosità, "FILM and TV MUSIC JOB LISTING", una lista di proposte di lavoro in cui si richiedono compositori di musica per film (di medio budget), per libri per bambini, per show televisivi, fino alla richiesta di musiche per library di PM (Production Music).
Il Resto del Mondo ha sete di musica, e il compositore, magari giovane e alle prime esperienze, ha modo di testare la propria abilità misurandosi con piccole e medie produzioni che gli danno una possibilità, uno spazio creativo con un compenso sacrosantemente riconosciuto.
E l'Italia? Che prospettive ha il giovane compositore che si affaccia sul mondo musicale italiano, magari della musica per l'immagine?
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giovedì 3 novembre 2011
Realtà e finzione (seconda parte)
Proseguiamo il ragionamento del precedente post e concentriamoci sul secondo aspetto del problema: individuare il senso della musica nel cinema che non "rappresenta" la realtà, ma "è" realtà, e mi riferisco al cinema documentario.
E' corretto, dal punto di vista est(etico), che la musica apporti quel "di più", quel contenuto emotivo ed esterno, che inevitabilmente crea nello spettatore suggestioni e condizionamenti al limite tra il consapevole e il subliminale? In questo caso la mano del musicista, o del regista che la sceglie e la applica, aggiunge una componente che in origine, nella realtà che si vuole rappresentare, non esiste. Ovviamente questo vale anche per le inquadrature e per il montaggio, ma questi sono elementi indispensabili e costitutivi del linguaggio utilizzato, e molto spesso "trasparenti" per lo spettatore. La musica, a causa della sua peculiarità percettiva, ha un impatto molto più profondo nell'immaginario dell'essere umano, e possiede una forza evocativa ed emotiva che può essere potente quanto e forse più della stessa immagine.
L'argomento è complesso e ne parleremo ancora; se avete delle opinioni al proposito, o esperienze personali, siamo curiosi di conoscerle.
E' corretto, dal punto di vista est(etico), che la musica apporti quel "di più", quel contenuto emotivo ed esterno, che inevitabilmente crea nello spettatore suggestioni e condizionamenti al limite tra il consapevole e il subliminale? In questo caso la mano del musicista, o del regista che la sceglie e la applica, aggiunge una componente che in origine, nella realtà che si vuole rappresentare, non esiste. Ovviamente questo vale anche per le inquadrature e per il montaggio, ma questi sono elementi indispensabili e costitutivi del linguaggio utilizzato, e molto spesso "trasparenti" per lo spettatore. La musica, a causa della sua peculiarità percettiva, ha un impatto molto più profondo nell'immaginario dell'essere umano, e possiede una forza evocativa ed emotiva che può essere potente quanto e forse più della stessa immagine.
L'argomento è complesso e ne parleremo ancora; se avete delle opinioni al proposito, o esperienze personali, siamo curiosi di conoscerle.
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martedì 1 novembre 2011
Realtà e finzione (prima parte)
Entriamo nel merito del rapporto tra musica e realtà. Un interessante argomento riguarda la loro "compatibilità". Ci riferiamo in questo caso all'aspetto estetico del comporre (oppure, dal punto di vista del regista o del montatore, di "applicare") musica per l'immagine.
Il film e la fiction, per loro stessa natura, raccontano delle storie. Per quanto queste possano essere veritiere, o siano addirittura ricostruzioni più o meno fedeli di eventi realmente accaduti, la narrazione e il coinvolgimento emotivo dello spettatore sono incentrati su vicende che "rappresentano" la realtà, sono soggetti, e poi sceneggiature, trasposti sullo schermo.
La funzione della musica in questo contesto è ugualmente narrativa, pur nella infinità di interpretazioni che si possono dare a questo termine. La musica accompagna la storia, ne costituisce riferimento espressivo, ne enfatizza i momenti più significativi, aggiunge o toglie ritmo alla narrazione, diventa elemento costitutivo e (quasi) indispensabile.
Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento "musica per film" troverà ottimi saggi, anche in italiano, di Sergio Miceli (Musica per film, Ricordi-LIM, Milano-Lucca 2009), di T.W. Adorno - H. Eisler (La musica per film, Newton Compton, Roma 1975) e di altri studiosi molto più autorevoli di me.
Nella seconda pare del post faremo il confronto con la "realtà" della musica nel cinema documentario.
Il film e la fiction, per loro stessa natura, raccontano delle storie. Per quanto queste possano essere veritiere, o siano addirittura ricostruzioni più o meno fedeli di eventi realmente accaduti, la narrazione e il coinvolgimento emotivo dello spettatore sono incentrati su vicende che "rappresentano" la realtà, sono soggetti, e poi sceneggiature, trasposti sullo schermo.
La funzione della musica in questo contesto è ugualmente narrativa, pur nella infinità di interpretazioni che si possono dare a questo termine. La musica accompagna la storia, ne costituisce riferimento espressivo, ne enfatizza i momenti più significativi, aggiunge o toglie ritmo alla narrazione, diventa elemento costitutivo e (quasi) indispensabile.
Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento "musica per film" troverà ottimi saggi, anche in italiano, di Sergio Miceli (Musica per film, Ricordi-LIM, Milano-Lucca 2009), di T.W. Adorno - H. Eisler (La musica per film, Newton Compton, Roma 1975) e di altri studiosi molto più autorevoli di me.
Nella seconda pare del post faremo il confronto con la "realtà" della musica nel cinema documentario.
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