Negli ultimi giorni mi è capitato di leggere, in un forum dedicato all'educazione musicale italiana, un'interessante discussione.
Si commentava un recente decreto legge del Senato in cui, tra le altre cose, i legislatori stabiliscono che il diploma di conservatorio del vecchio ordinamento sia equivalente (anzi "equipollente", in burocratichese) alla laurea di secondo livello. A chi vive fuori dalle logiche scolastico-amministrative la cosa può non dire molto. Appare invece molto significativa per chi ha frequentato o frequenta i conservatori italiani.
Da qualche anno (sei o sette) nei conservatori sono stati introdotti dei corsi "sperimentali", paralleli a quelli tradizionali e destinati nelle intenzioni a sostituirli, strutturati secondo la logica dei corsi universitari. Ovvero divisi in un triennio e in un biennio, al termine dei quali si ottiene rispettivamente un titolo equivalente alla laurea di I (triennio) o di II (biennio) livello.
Per accedere al triennio si deve sostenere un esame di ammissione, mentre per accedere al biennio si deve essere in possesso di un diploma vecchio ordinamento. E qui, come si suol dire, casca l'asino.
Se, con il nuovo decreto, il diplomato vecchio ordinamento è a tutti gli effetti un laureato di II livello, perché dovrebbe affrontare un nuovo biennio di studi (al di là di un giustificabile desiderio di approfondimento) per… avere lo stesso titolo? E quelli che l'hanno già fatto? Naturalmente parliamo di diritti acquisiti riguardanti la possibilità di accedere all'insegnamento e non di titoli necessari per una carriera artistica nella quale, oltre alla formazione accademica (utile ma non strettamente indispensabile), contano il talento individuale e altri fattori.
Nel merito dell'argomento, trovo che sia stato sbagliato prima equiparare un diploma vecchio ordinamento solo ad una laurea di I livello, e bene ha fatto il legislatore a correggere l'anomalia, ma comprendo anche lo sconcerto di chi, fidandosi della nuova normativa, ha frequentato (pagando anche caro…) il biennio per ritrovarsi con un titolo ad oggi identico a quello che aveva prima, insomma un doppione.
Quello che però mi ha sconcertato, però, non è tanto il pressappochismo delle leggi (purtroppo ci siamo abituati), quanto i toni del forum in cui, tranne alcuni interventi pacati, si va dal dileggio all'insulto reciproco vero e proprio tra gli stessi "forumisti", non solo studenti ma anche insegnanti di conservatorio!
Ho l'impressione che si tratti, come al solito, di una "guerra tra poveri", in cui ognuno pensa al proprio orticello e vede l'altro come un possibile nemico, e nella quale il rancore e la frustrazione si sostituiscono al confronto costruttivo. Ci vuole molto a dire che è stata una giusta correzione di un'evidente anomalia e che sarebbe adesso corretto riconoscere un "di più" a chi ha frequentato anche il biennio? A me sembra solo buonsenso, e spero che il legislatore intervenga in questo senso.
Ma finché tra musicisti (e in Italia in generale) ci sarà questo clima, temo che le nostre prospettive, in relazione a ciò che accade nel resto del mondo, siano ben povere!
Voi che ne pensate?
Io personalmente ritengo che sia impossibile ritenere 10 anni di studi (parlo in particolare della Composizone) comparabili a 5 in cui il tempo dedicato allo studio della materia principale è fortemente diminuito visto l'aumentare di materie. Ritengo giusto cercare di avvicinare il diploma alla Laurea diminuendo gli anni di studio, ma cercherei di valorizzare la propria materia magari aumentando il coinvolgimento dell'allievo piuttosto che fargli disperdere le forze su studi impegnativi e probabilmente interessanti, ma più distanti da quello che intende fare...
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